11 maggio: una cronaca da dentro al furgone

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La mattina dell’11 maggio comincia presto. Ci sono da ultimare i preparativi. C’è il furgone da portare davanti al ministero, le casse da montare e attaccare al generatore. Ci sono da sistemare gli indizi della caccia al tesoretto.

Alle 9 qualche goccia di pioggia cade insensata, lasciando presagire una fosca mattinata.

Ma alle 10, ora dell’appuntamento, sotto al ministero sono già arrivate un po’ di persone: una cinquantina. I sindacalisti, puntualissimi, hanno piazzato striscioni e bandiere (RdB e Cgil). E allora si comincia a mettere a posto il furgone. Solo per accendere il generatore serviranno una decina di persone e una mezz’ora di tentativi, per scoprire infine che non era stata aperta la leva della benzina (eppure la sera prima era partito al primo colpo).

Passando poi al computer con la musica, scopriamo che il sistema operativo (Ubuntu) non parte (eppure fino a poche ore prima era tutto a posto), mentre dalle casse non esce alcun suono.

Al computer si piazza Federico, esperto linuxaro, che riesce (santo subito!) a far partire la musica, ma le casse restano un mistero. Valenti dj e musicofili precari si alternano per più di un’ora, finché qualcuno non ipotizza: “ma non è che c’è una leva sul generatore?”. Colpito da questa frase muovo una leva del generatore e parte il suono!

Possiamo così riconsegnare i due megafoni (di Uil e Cgil) e cominciare a parlare al microfono, con il sottofondo musicale. Nel frattempo le persone sono diventate tante: centinaia (600, forse 700). Si alternano gli interventi al microfono. Uno per ente, parlano (quasi tutti). Parla una precaria dell’ISS, che vuole una ricerca pubblica, non asservita al mercato. Un precario dell’Icram, sepolto da un “mare di precarietà”, una dell’Apat, un’altra del C.R.A.. Parlano gli universitari, molti da fuori. Parlano napoletani, torinesi, ferraresi. Parlo io per l’Istat e tanti altri.

Lo spazio davanti al ministero è ormai pieno di persone e di striscioni. Ci sono striscioni di tutti i tipi: Ricerca: pericolo crolli è attaccato al furgone. Attaccati qua e là quelli dei vari gruppi di precari (Icram, Istat, Apat). Molti sono stesi per terra (tra questi quello dei dottorandi della “Sapienza”).

Le delegazioni da Bologna e da Siena arriveranno tardissimo (dopo l’una e mezza), a causa di un tir che si è rovesciato sull’A1, bloccando tutto il traffico verso Roma.

Nel frattempo, poco prima di mezzogiorno, partono le squadre per la caccia al tesoretto. Ce ne sono due dell’Inaf, una di Tor Vergata, una di studentesse della “Sapienza”, una di dottorandi mista (gli “Spaccafamiglie”).

La delegazione per entrare al ministero si forma mentre scorrono le note di “Ninna nanna tesoretto” e di “Capitan Futuro”. Alla fine saliranno 10 persone: 8 da otto diversi enti e due universitari (uno di Roma e uno di Napoli).

Nella folla si aggirano anche personaggi strani, armati di bloc notes e/o telecamere. Sono i giornalisti. C’è una ragazza di “W l’Italia” (il programma di Rai Tre), che cerca “storie” per una puntata sul precariato. “Anche io sono precaria”, mi avvisa. Altri due ragazzi con videocamera intervistano tante persone, per Arcoiris, televisione on line (ma che ritrasmette anche su un canale tv satellitare).

Verso l’una ritorna la prima squadra dalla caccia al tesoretto. Sono passati per l’Apat (a Via Curtatone), per l’Inea (a via Barberini), un’agenzia di lavoro interinale (a via Bissolati), il Liceo Tasso e Unioncamere (a Piazza Sallustio). L’indicazione di Piazza Sallustio l’hanno capita in pochi (molti hanno telefonato, disperati).

Ma gli Inaf-fidabili sono primi, senza dubbio. Di gran lunga. La seconda squadra è sempre dell’Inaf. Arriverà 10 minuti dopo. Quindi gli spaccafamiglie e infine le ragazze della “Sapienza”. La squadra di Tor Vergata si è ritirata.

Contemporaneamente all’arrivo dell’ultima squadra, dopo l’una e mezza, scende la delegazione dal ministero. Hanno parlato con De Joanna (Gimme hope, De Joanna, direi), capo di gabinetto. Pare sia d’accordo con noi: la ricerca è importante. Avrebbe fatto promesse per la prossima finanziaria e accennato a tavoli e tavolini. Insomma, le solite chiacchere. Dal microfono si ribadisce che oggi (11 maggio) è iniziata una nuova fase. Una fase di mobilitazione che vede uniti tutti i precari di ogni tipo, con diverso contratto e in diversi enti ed atenei. Una fase che continuerà.

Riparte “Fa la nanna tesoretto” e viene premiata la squadra vincente. Cioccolatini, lampadine, mentine, un megafono per chiedere il vero tesoretto a Padoa Schioppa.

A quel punto si scioglie il presidio. Il furgone viene riempito di tutto quello che rimane: striscioni, megafoni, generatori… Da lì in poi è tutto in discesa. Soddisfatti e frastornati, si passerà al pranzo, all’assemblea all’università, alla scrittura del comunicato e alla restituzione di tutti i materiali (casse, generatore, furgone).

Si torna a casa alle otto. Un messaggio ci avvisa che su Radio 1 hanno sparato “70mila precari in piazza”. E’ uscita un’Ansa, pure sul sito e si aspettano – in modo disincantato – i giornali del giorno dopo. Ma l’11 maggio è andato. Ce l’abbiamo fatta.

di Lorenzo

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